Le badanti a Milano: viaggiatrici solitarie
Un dato che invece riguarda praticamente tutte è che esse si mettono in viaggio da sole, nel senso che, sebbene partano ad esempio da qualche città dell’Europa dell’est con un pullman organizzato, non migrano con i propri familiari, semmai fanno il viaggio con qualche conoscente del proprio paese o villaggio, perché questa è la caratteristica specifica di una migrazione tutta al femminile, soprattutto se esse arrivano sapendo già che andranno a svolgere un lavoro di assistenza continuativa ad anziani. Le più fortunate, una volta arrivate in Italia, ritrovano l’amica o la cugina che le ha precedute di qualche mese; le altre probabilmente saranno loro stesse ad aprire la strada verso l’Europa occidentale a qualche loro parente.
La rete di conoscenze e i punti di riferimento che queste donne hanno in Italia (di cui si parlerà più approfonditamente in seguito) sono molto importanti perché condizionano il loro percorso, oltre che di arrivo, di inserimento nella nuova realtà.
La tipologia di percorso può essere infatti distinta tra coloro che hanno avuto come punto di riferimento qualche parente od amico che le ha invitate a venire in Italia o aveva fatto da “sponsor” per loro, e coloro che, arrivate per iniziativa propria, si sono dovute arrangiare in tutto e per tutto, a meno che non abbiano avuto la fortuna di incontrare per la oro strada qualche persona, connazionale o italiana, disposta ad aiutarle. Alla domanda, ad esempio, “Qualcuno l’ha aiutata quando è venuta?” Gala, ucraina, ha risposto:
“Sì, una mia amica. È qua sposata con un italiano. Io sono arrivata con l’autobus […] La mia amica mi ha trovato una casa dove stare; Mirela, rumena, ha detto: Sono arrivata qua in pullman, 36 ore ho fatto di pullman, ho pagato 500 euro, avevo quei soldi perché me li ha mandati mia sorella con il visto da turista, sono venuta a Verona, mi aspettava mia sorella con suo marito, poi siamo andati a casa sua, e lì ho cominciato a cercare lavoro”.
Josephina, peruviana, quando racconta di essere stata aiutata dai suoi zii a venire in Italia con la legge dello sponsor, aggiunge: […] se non ci fossero stati loro sarei tornata a casa”.
Nelle cittadine del nordest d’Italia le cosiddette badanti sono più facilmente riconoscibili in quanto la maggior parte di loro arriva dai Paesi dell’Europa dell’est e ha l’abitudine di trovarsi tra connazionali durante il tempo libero, in un punto preciso della città, che può essere un giardino, una piazza, per chiacchierare o fare due passi. Una conferma arriva da Liliana, moldava, che precisa: […] se noi facciamo una passeggiata in due, già è strano, strano diciamo nel senso…già tutti capiscono che noi siamo straniere”.
Insomma, la strada per la piena integrazione ancora è lunga.
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