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Milano: il Piano Anziani del Governo

Anche a Milano facciamo presente che tra le varie misure previste dallo Stato per aiutare gli anziani  a gestirsi al proprio domicilio, con l’aiuto di badanti, è stato creato il ddl anziani.

La viceministro al Lavoro e alle Politiche sociali parla di un patto per la terza età che attua la ‘missione 5, componente 2, riforma 2’ del Pnrr.

L’obiettivo del provvedimento è assicurare il diritto di “continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio” e di semplificare e integrare “le procedure di valutazione della persona anziana non autosufficiente”.

Il testo prevede misure a favore dell’invecchiamento attivo e dell’inclusione sociale, anche con forme di coabitazione solidale e intergenerazionale.

“È prioritario introdurre un nuovo welfarespiega Bellucci L’Italia è la prima in Ue e la seconda nel mondo, dopo il Giappone, per numero di anziani”.

Proprio per questo l’impegno principale è sviluppare una rete di protezione domiciliare:

“La casa è il luogo di cura e di assistenza, laddove possibile, ma nel nostro Paese siamo ancora molto indietro. Non è un caso che un milione e trecentomila ricoveri di anziani in ospedale, su cinque milioni, siano impropri: vanno al pronto soccorso perché non hanno alternative. Per questo nel disegno di legge immaginiamo un welfare di prossimità”.

I numeri rendono evidente la sfida: gli over 65 che beneficiano dell’assistenza domiciliare sono, secondo Italia Longeva, il 2,7%, meno di 3 su 100, a fronte di valori europei che oscillano dal 7 al 20%.

“Avere cura degli anziani significa avere cura di tutti noi e del futuro di ognuno” sottolinea la viceministra Bellucci che spiega come il Patto definisca “una specifica governance nazionale delle politiche in favore della popolazione anziana” che avrà il compito di coordinare gli interventi.

Tra questi, quelli per la prevenzione della fragilità, anche mettendo in campo interventi a favore dei caregivers familiari.

Saranno migliorati pure gli strumenti di sostegno economico che si incroceranno con progetti di rigenerazione urbana.

“Non abbiamo puntato su bonus o spot ma su una riforma strutturale che abbia cura dei nostri anziani”, conclude Bellucci.

Quanto ai benefici economici, l’indennità di accompagnamento viene trasformata nella prestazione universale per la non autosufficienza e la possibilità di riceverla continua a dipendere dal bisogno di assistenza dell’anziano indipendentemente dalle sue condizioni economiche.

Oggi tutti i percettori di indennità ricevono la stessa cifra (527 euro mensili) che rappresenterà il livello minimo della prestazione.

Il suo ammontare sarà graduato al rialzo per chi ha più bisogno di assistenza.

I beneficiari possono scegliere tra due opzioni: un contributo economico senza vincoli d’uso, come è oggi per l’indennità o la fruizione di servizi alla persona da gestori privati, pubblici o badanti regolarmente assunte e in questo secondo caso si ha una maggiorazione dell’importo.

 

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