manuale badante milano

Il Manuale della Badante a Milano

Se la scelta di assumere in nero una badante a Milano è sicuramente pessima per la famiglia, non è molto meglio neppure per la badante stessa.

Il nero fa sì che la lavoratrice non sia tutelata in alcun modo: non avrà contributi, non potrà usare il lavoro, per esempio, per aggiornare il permesso di soggiorno o chiedere, quando ne abbia i requisiti, la cittadinanza italiana qualora lo desideri.

Le badanti che lavorano con agenzia non vengono sfruttate, ma la badante in nero o comunque non tutelata, viene trattata spesso in modo disonorevole e, in caso di maltrattamenti, non ha le spalle coperte, non c’è un’agenzia o un sindacato che la possa aiutare.

E pur vero, come si è appena visto, che la lavoratrice può denunciare il datore di lavoro anche in assenza di filmati di prova, ma spesso la badante ha troppa paura delle conseguenze, si sente in torto in quanto assunta in modo irregolare, dunque subisce finché, non facendocela più, lascia l’assistito senza preavviso.

È importante capire di non farsi sfruttare, non bisogna cadere nella tentazione di lavorare in nero, senza un contratto pur di avere dei soldi subito, perché la famiglia può lasciare a casa la lavoratrice da un momento all’altro e questa non avrà alcuna protezione o garanzia.

Se si lavora in nero per anni, come spesso succede, un domani non si avranno i contributi necessari per una pensione e si saranno buttati via anni di lavoro e di vita.

Di conseguenza trattiamo un punto fondamentale che riguarda la possibilità di andare in disoccupazione terminato un lavoro: cosa possibile solo a chi è stato assunto in regola.

 

La NASPI colf badanti è la nuova assicurazione sociale per la disoccupazione dei lavoratori domestici. Spetta a chi sia assunto con contratto per badante e/o badante convivente regolare, che si trovi a perdere il lavoro in modo involontario, comunemente per decesso dell’assistito o per trasferimento in RSA.

Sottolineiamo che, ovviamente, questo è concesso soltanto a lavoratrici regolari, non spetta invece alcuna disoccupazione a lavoratrici in nero, come è prevedibile.

L’indennità di disoccupazione colf e badanti è stata introdotta dalla riforma del lavoro, Jobs Act del governo Renzi e sostituisce ASPI e MINI ASPI della riforma Fornero.

La NASPI colf badanti offre un sostegno al reddito per i lavoratori domestici che, come detto, perdano involontariamente il loro posto di lavoro regolare.

Vediamo, a grandi linee, come si effettua il calcolo ore di lavoro per colf e badanti premesso che:

  • 30 giorni di lavoro sono pari a 5 settimane da 6 giorni.
  • Ogni settimana per essere considerata utile ai fini contributivi deve avere almeno 24 ore lavorative.

Le ore di lavoro per colf e badanti vanno calcolate così:

Somma delle ore dei MAV pagati degli ultimi 4 trimestri:24 ore = settimane contributive degli ultimi 12 mesi. Il requisito è soddisfatto quando le settimane risultino essere almeno 5.

Per esempio, se nei MAV risulta un totale di 624 ore degli ultimi 12 mesi, poiché 624:24=26 settimane contributive, significa che possiamo richiedere la Naspi.

Come si calcola l’importo NASPI colf badanti?

L’importo mensile NASPI che spetta a colf e badanti è determinato dalla retribuzione degli ultimi 4 anni, con un tetto massimo mensile.

La durata dell’indennità di disoccupazione colf badanti dipende dal numero di mesi di contributi versati.

Infatti, la NASPI è corrisposta per la metà delle settimane totali di contribuzione negli ultimi 4 anni,fino a un massimo di 24 mesi.

A partire dal 91° giorno di disoccupazione in poi, il sussidio diminuisce del 3% per cento ogni mese

 

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