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La Decisione di Prendere una Badante a Milano

Se una  famiglia  a Milano decide di compiere con il congiunto il cammino attraverso una malattia come il Parkinson, deve essere consapevole del peso dell’impegno che si sta assumendo.

Una delle maggiori sfide da affrontare è come gestire i compiti assistenziali, senza trascurare le altre attività lavorative o familiari.

La situazione diventa più difficile quando gli impegni sono tanti o emotivamente coinvolgenti: assistere un malato può essere molto soddisfacente, in quanto espressione di cura e amore, ma può anche diventare psicologicamente e fisicamente esasperante.

Non basta, in questi casi, la buona volontà, purtroppo è necessario, come citato nel capitolo precedente, avere competenze che non fanno parte della vita normale, a meno di essere operatori sanitari, infermieri o medici.

Quindi, il familiare dovrà imparare, essere seguito e poi trovarsi ad affrontare questo compito sempre più gravoso cercando di fare del suo meglio.

Se l’impegno richiesto diventa eccessivo, l’energia, il buon umore e la capacità di far fronte ai problemi, si ridurranno e inizieranno a manifestarsi ansia e stress.

Questa sensazione varierà di giorno in giorno a seconda dello stato di salute dell’infermo, del suo umore, che influirà direttamente su quello dei familiari e le energie cominceranno a ridursi.

Certamente le cose peggiorano di fronte a situazioni sgradevoli, incontrollabili o incerte, in presenza di sostanziali cambiamenti inaspettati e di inevitabili frustrazioni.

Un familiare non conosce la malattia, impara a conoscerla man mano attraversandola con il suo assistito e può trovarsi impreparato di fronte a effetti che, per un professionista, sono del tutto prevedibili.

Per riuscire a gestire la situazione è necessario imparare a bilanciare le richieste dell’ammalato con le proprie risorse.

Imparare a riconoscere, anticipare e fronteggiare gli impegni e lo stress rinforzando l’autostima, le capacità di risolvere problemi e ricorrendo a un supporto esterno adeguato.

Durante l’attività di assistenza si sperimenterà un aumento della tensione, perché anche le incombenze più semplici, quali fare compere, cucinare, fare un bagno, non possono più essere considerati di routine.

Diventerà sempre più difficile dedicarsi ad attività rilassanti o ricreative, che diventeranno rari lussi, e saranno sempre più rare, perché le necessità e i problemi cui si verrà sottoposti assorbiranno tutto il tempo e tutte le energie disponibili, pesando, tra l’altro, anche sul bilancio familiare.

A fronte di tutto ciò, la cosa più conveniente ai fini anche di una maggiore tranquillità quotidiana, sia per l’ammalato che per la famiglia, è proprio l’assunzione di una badante specializzata per malati di Parkinson.

In più, tra i benefici d’assumere una badante, vi è poi quello di fare in modo che sin dalle fasi d’esordio della malattia, chi ne è affetto possa instaurare con la badante un rapporto più intimo, più solido, senza attendere le fasi più critiche e avanzate della malattia; fasi che vanno a compromettere anche il fattore cognitivo dell’ammalato.

Infatti, nelle fasi più critiche e avanzate, è molto difficile instaurare un rapporto affettivo e, dal momento che l’aspetto affettivo è sicuramente fondamentale nel percorso delle malattie neurodegenerative, è necessario che sia consolidato fin dal principio.

Quindi, è caldamente consigliato di non aspettare che la malattia sia in stato avanzato per rivolgersi a una badante.

 

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