Il Rischio nel Trovarsi la Badante da Soli a Milano
Le badanti che prestano servizio presso le famiglie di Milano sono persone con un vissuto, con delle emozioni, con delle vite.
La famiglia dell’assistito, l’anziano e la badante hanno lo stesso bagaglio, si certo diverso per via delle diversità di paesi e cultura, ma sono tutti uguali.
È perciò difficile sapere se la badante andrà poi bene nella situazione familiare, non tanto per le competenze, ma per il carattere, per la compatibilità con la persona da assistere.
Nessuno, nemmeno Aes Domicilio può mettere la mano sul fuoco per garantire la perfezione nella badante, insomma il rischio che non possa andar bene c’è. Ma c’è anche la associazione con il suo personale a disposizione per qualsiasi situazione che si viene a creare e quindi aiutare la famiglia in altre selezioni.
Se siete da soli invece il rischio è più alto.
Ecco cosa può capitare.
Secondo quanto ricostruito finora dagli inquirenti, sembra che una donna 36enne di origini georgiane fosse stata assunta dai familiari dell’anziana, un’88enne con problemi di salute, come collaboratrice domestica: secondo gli accordi la donna avrebbe potuto occupare una stanza della casa dell’assistita e trasferirvi il proprio domicilio, oltre a ricevere un compenso, in cambio di aiuto.
Ma le condizioni di salute dell’anziana, dopo il suo arrivo, sarebbero peggiorate repentinamente, tanto da portare i suoi familiari ad installare dei sistemi di video-sorveglianza all’interno dell’abitazione per capire cosa succedesse in casa.
I filmati hanno permesso loro di scoprire che la donna, in diverse occasioni, avrebbe abbandonato l’anziana in casa di sera, per fare rientro solo nella tarda mattinata successiva, lasciandola senza cibo e acqua, visto che non poteva muoversi.
Ma non è tutto: sembra infatti che la badante abbia anche maltrattato fisicamente l’88enne impossibilitata a reagire.
Sarebbe stata così allontanata dall’abitazione e denunciata.
Al termine delle attività investigative svolte dai carabinieri della compagnia di Gioia Tauro (Reggio Calabria), sarebbe ora stata arrestata a Pordenone – dove, nel frattempo, era stata assunta regolarmente da un’altra famiglia – in esecuzione di un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Palmi.
Dovrà rispondere dell’accusa di maltrattamenti in famiglia e abbandono di persona incapace.
Per “maltrattamenti in famiglia” si intende la fattispecie delittuosa commessa da “chiunque […] maltratta una persona della famiglia o comunque convivente, o una persona sottoposta alla sua autorità o a lui affidata per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, o per l’esercizio di una professione o di un’arte”.
Non si riferisce, dunque, ai soli familiari della vittima, ma anche ad eventuali collaboratori domestici, qualora vi sia, da parte loro, l’omissione delle cure richieste dalla propria figura professionale.
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