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Bonus IRPEF: come funziona per la badante che lavora a Milano

Una cosa che probabilmente ogni lavoratore domestico sa, che sia una badante piuttosto che una baby sitter, una colf piuttosto che un giardiniere, è che il bonus Irpef spettante come per tutti i lavoratori dipendenti, non si riceve in busta paga.

Infatti ai lavoratori domestici, o meglio, ai collaboratori familiari come si chiamano oggi dopo il rinnovo del CCNL di categoria, il bonus è fruibile solo tramite dichiarazione dei redditi.

Oggi puntiamo la lente sulle due tipologie di dichiarazioni dei redditi utilizzabili. Il modello 730 ed il modello Redditi PF (ex modello Unico Persone Fisiche). Due modelli di dichiarazione che hanno lo stesso risultato, ma con tempi di liquidazione differenti. E per le badanti piuttosto che per le colf, questo può fare tutta la differenza del mondo. Infatti per ricevere il bonus Irpef spettante occorre fare presto perché dopo il 30 settembre il modello 730 non sarà più utilizzabile.

Il bonus Irpef è quello strumento che ha sostituito il Bonus Renzi dal primo luglio 2020. La natura dei due bonus è identica. Ciò che cambia è l’importo del beneficio per i lavoratori dipendenti e i requisiti per ottenerlo. Per i collaboratori familiari il bonus è spettante anche se non erogato in busta paga dal datore di lavoro mensilmente, dal momento che proprio il datore di lavoro domestico non è sostituto di imposta.Una volta presentata la dichiarazione dei redditi, che può essere fatta da soli con Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale), CNS (Carta Nazionale dei Servizi) o CIE (Carta di identità elettronica), o tramite Patronati, Caf e professionisti abilitati, il bonus Irpef viene erogato al lavoratore domestico direttamente dall’Agenzia delle Entrate.

Per gli amanti del fai da te, se non si ha lo Spid ma si ha la CNS o la CIE, occorre munirsi di un lettore di queste tessere magnetiche che danno accesso ai servizi digitali delle Entrate. Utilizzando il proprio Centro di Assistenza Fiscale, il proprio Patronato o altro professionista abilitato, l’operazione è senza dubbio più facile. L’operatore preposto all’assistenza del lavoratore, alla fine della dichiarazione, se esce un credito per il lavoratore, come nel caso del bonus Irpef, rilascerà il modello da presentare alle Entrate per comunicare l’Iban del proprio conto corrente o della propria carta di credito o debito.

Tramite Iban, a seguito di utilizzo del modello 730, il bonus viene erogato già entro dicembre 2021. Senza Iban e quindi senza accredito diretto in conto corrente, il benefit arriva tramite vaglia della Banca d’Italia o tramite bonifico postale domiciliato. In entrambi i casi l’attesa è più lunga, perché le Entrate erogano il rimborso entro il marzo successivo.

Se si perde il treno del 730, perché si supera il 30 settembre prossimo senza utilizzarlo, la strada alternativa si chiama modello Redditi PF. Ma in questo caso l’attesa supera l’anno dalla data di presentazione della dichiarazione.

Solo per l’anno 2020, anno di imposta su cui devono recuperare il bonus i lavoratori del settore domestico con le dichiarazioni dei redditi del 2021, il bonus Irpef è diviso in due semestri. I primi sei mesi danno diritto a ricevere il bonus Renzi da 80 euro al mese, sempre che fosse spettante. I secondi sei mesi del 2020 invece sono coperti dal bonus Irpef da 100 euro al mese, anche in questo caso, sempre se spettante.

Pertanto ci sarebbe da recuperare, per chi ha lavorato per tutto l’anno 2020, 480 euro per i primi sei mesi e 600 euro per i secondi sei mesi, cioè in totale, 1.080 euro. Dal 2021, con il taglio del cuneo fiscale ormai a regime, il bonus è pari a 1.200 euro.

Per aver diritto al bonus Renzi per i primi 6 mesi del 2020, occorre avere un determinato reddito. Infatti il bonus è pari a:

  • 80 euro al mese per i lavoratori dipendenti con redditi sopra 8.174 e fino a 24.600 euro;
  • Da 80 euro a scalare per lavoratori con redditi superiori a 24.600 ed entro il tetto massimo di 26.600 euro.

Chi sta al di sotto del limite di reddito minimo previsto o chi sta sopra, non ha diritto al bonus. Il bonus è commisurato ai mesi di effettivo lavoro, pertanto, per chi ha lavorato meno di 12 mesi, a seconda dove ricade il mese di lavoro in meno, avrà diritto a un bonus commisurato ai mesi di effettivo lavoro. Questo vale sia per il bonus Renzi che per il Bonus Irpef.

Quest’ultimo come dicevamo, ha requisiti diversi dal bonus Renzi. Infatti non prevede una soglia minima di reddito (lo percepiscono anche quelli con redditi inferiori a 8.174 euro) e prevede un limite massimo di reddito più elevato. Nello specifico per il bonus Irpef abbiamo:

  • 100 euro al mese per i lavoratori con redditi fino a 28.000 euro;
  • Da 97 a 80 euro per i lavoratori con redditi compresi tra 28.001 a 35.000 euro;

Da 80 euro a scalare per redditi compresi tra 35.001 e 40.000 euro.

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