Milano: le badanti, le custodi degli affetti
Le badanti a Milano sono state le invisibili tra gli invisibili. Di loro non abbiamo voluto sapere nulla: né chi fossero, né da dove venissero, né come facessero a fare il loro lavoro. Eppure non è per niente facile essere una badante.
Essere continuamente “l’estranea di casa”, e “una di casa”.
Essere colei che si occupa della casa, del corpo e dell’anima. Colei che nutre, cambia, lava e medica; e colei che coccola, consola, custodisce. Le braccia a volte non bastano. Serve il cuore.
Badare è un verbo particolare, che sta a metà tra lavorare e amare. Da una badante ci si aspetta non solo che vesta, cucini e cambi le medicazioni, ma anche che sia gentile, disponibile, amichevole, che dia affetto, calore, conforto alla persona che le viene affidata.
Vuoi sapere quanto costa una badante? AES Domicilio Milano (assistenza anziani a domicilio) è attiva con le proprie badanti in tutta la Regione Lombardia ed in particolare nelle province di Milano (badante Milano) se cerchi Badanti a Milano, Badante Monza, Badante Como, Badante Lecco.
Talvolta questo coinvolgimento affettivo è l’esito naturale di un rapporto intimo, di condivisione di tempo, di spazi, di frammenti di vita quotidiana. Viene facile: come quando l’estate segue la primavera.
«Dana non è per me solo la persona che mette in fila le pastiglie» racconta Sandra, una signora invalida di Milano. «Lei è soprattutto la testimone dei miei pensieri più profondi, colei che lenisce le mie paure, accarezza i miei sogni quando dormo, custodisce i pochi ricordi che sopravvivono alla mia malattia e li consegna ai miei figli».
E infatti, non di rado, tra chi offre le cure e chi le riceve nascono delle relazioni molto profonde, indissolubili.
Come quella che ha legato per quarant’anni Marisa, insegnante di Milano 96enne di discendenze nobili, e la sua badante.
Nel testamento vergato a mano prima di morire, l’anziana aveva disposto che una parte importante della sua eredità fosse destinata, oltre che ai suoi alunni, alle sue amiche e ad alcune Ong, anche al personale di casa e in particolare ai figli della badante a cui lei, che non aveva avuto figli, aveva voluto bene come fossero suoi nipoti. «A loro – aveva scritto – l’affettuoso saluto di nonna Marisa».