Milano e le anziane nella letteratura
Se per gli uomini la vecchiaia è un momento difficile da affrontare, diventa un vero e proprio problema per le donne. Queste ultime fanno parte di una delle fasce più deboli della società che impone loro di adeguarsi allo stereotipo di eterna giovinezza.
Ma invecchiando le donne cominciano a sfiorire, perdendo quegli attributi di bellezza e sensualità tanto richiesti: pertanto vengono escluse dalla vita sociale. Così si diffonde un’ideale nell’immaginario comune di come dovrebbe essere una donna anziana: essa diventa un essere semplice, priva di impulsi sessuali e dedita esclusivamente al benessere e alla cura della propria famiglia.
Il libro Non è un Paese per vecchie. Naturalmente – sebbene il titolo sia la parodia di un romanzo di Cormack McCarthy, diventato poi anche un film Oscar dei fratelli Coen – il Paese in questione è l’Italia. Il volume è uscito nel 2010: già allora Lipperini ci spiegò perché in Italia la vecchiaia delle donne sia un tabù. ha iniziato a parlare di vecchiaia declinata al femminile: per uscire dagli stereotipi, per raccontare il gap esistente in Italia e il tabù rappresentato dall’argomento, per riconoscere una grande forza a questa generazione dimenticata. Con una consapevolezza: che la vecchiaia non sia la sola generazione a essere dimenticata.
Quando si invecchia davvero si diventa invisibili e le donne mature, che non sono arrivate ancora alla soglia ufficiale della vecchiaia fissata statisticamente a 65 anni, sono forse la fascia più debole e meno protetta e più utile al nostro sistema sociale. Scoprendo che le donne anziane non esistono nella pubblicità, non esistono in televisione se non come macchiette, ma uomini e donne anziane si equivalgono nella cronaca in tre occasioni: quando vengono truffati, quando arriva il caldo e la loro vita è in pericolo, quando muoiono da soli in casa e vengono ritrovati dopo qualche giorno.
All’interno di un’emergenza anagrafica ne esiste un’altra, di genere – scrive Lipperini sul suo blog – perché le vecchie sono più povere dei vecchi, meno tollerate, più discriminate. Anzi: espulse. La vecchiaia femminile non gode neppure dei canonici attributi di saggezza ed esperienza. Per questo, alle donne è proibito invecchiare: devono, finché è possibile, fingere di vedere nello specchio un’immagine diversa da quella reale, o i frammenti di quello specchio le distruggeranno, riservando per loro l’unico ruolo possibile.
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