Aes Domicilio badante convivente ad ore Milano

Intervista a Ekaterina, la badante milanese

AES: Cara Ekaterina grazie per esserti prestata a questa nostra intervista!
Ekaterina: Grazie a voi! Oggi siamo in un periodo molto strano …
AES: In che senso? Raccontaci un po’ come stai trascorrendo questo periodo.
Ekaterina: Guarda, il periodo che stiamo affrontando, soprattutto noi di questa fascia lavorativa, è stato fortemente penalizzato.
AES: Ma tu lavori – e puoi dircelo chiaramente perché questa intervista è nei rispetti della privacy – a nero, oppure sotto regolare contratto?
Ekaterina: Io da 5 anni lavoro sotto contratto regolare per badante e badante convivente verso una famiglia, ma faccio al badante da praticamente 20 anni!
AES:  Come hai iniziato a lavorare come badante?
Ekaterina: Io ho sempre avuto la propensione all’assistenza anziani, e da ragazza avrei voluto studiare Medicina, praticare come ostetrica, ma purtroppo provenivo da una famiglia molto povero ed ho dovuto rimboccarmi le maniche!
AES: Allora ti rendi conto di non poter studiare e che fai?
Ekaterina: Mi sposo!  più per una voglia di indipendenza, di distacco dalla mia famiglia verso cui provavo rancore. Ma purtroppo le cose non si misero bene.
AES: Cioè?
Ekaterina: mio marito era una persona che beveva molto ed incline alla violenza. E voi direte: ma allora perché ti sei sposata? ci conoscevamo dalle elementari ed eravamo amici ancora da prima. Ci siamo messi insieme, io rimasi incinta… poi..
AES: Cosa?
Ekaterina: Persi il mio bambino e allora la casa, il paese e tutto mi faceva soffrire.
AES: E come sei arrivata a fare la badante?
Ekaterina: mi sono trasferita a Bucarest, in città, e con dei risparmi che mi offrì mia sorella mi portai avanti con l’affitto di una casa per un paio di mesi, e per mangiare il minimo. Mi misi immediatamente in cerca di un lavoro. Allora avevo 24 anni. Trovai lavoro in una azienda di pulizie.
AES: Continuo però a non sapere come si è arrivati a fare la badante!
Ekaterina: mi piaceva alla fine il lavoro, ero a contatto con molta gente ed infine iniziai a pulire all’interno del Museo, lì mi appassionai alla storia e decisi di studiare storia e ci riuscii, mi laureai. Purtroppo le cose si complicarono dopo, o meglio, cambiarono!
AES: In che senso?
Ekaterina: poco prima di iniziare il lavoro nuovo come direttrice del museo, la mia vecchia datrice di lavoro mi si disse che era oramai a casa e che non riusciva più a deambulare bene, e che dunque tutte le faccende le faceva fare ai figli o ai nipoti. Dopo la mia laurea, si sparse la voce, e fu proprio la figlia a chiedermi di assisterla!
AES: Bene!
Ekaterina: Il problema fu la regolarizzazione del contratto; purtroppo anni fa ancora le badanti erano delle vere e proprie fantasmi della nostra società, e mi offrirono un bel po’ di denaro in cambio dei miei servizi. Accettai. Avevo sì una laurea, ma senza un soldo!
AES: Scusami, ma il tuo “ex” marito accettò di buon grado l’abbandono, non ti cercò più?
Ekaterina : Questo punto l’avevo sorvolato a posta… Ma lo dirò comunque. Dopo due anni venni a sapere che era deceduto a seguito di un incidente stradale. Non andai al suo funerale. Ma un giorno presi un permesso e mi recai dove era seppellito. Per quanto fosse stato crudele certamente con quell’uomo avevo condiviso un “quasi-figlio”; e chissà dove sarei se fosse nato.
AES: La cosa che mi dispiace di più e che queste vicissitudini si siano accanite contro di te!
Ekaterina: Io ormai ho accettato ciò che mi è capitato. Alla morte della Signora Adele, entrai nella casa dove sono tuttora, e dove lavoro “regolarmente”.

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