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Milano, la Storia di Amina, Badante di Professione

Anche a Milano raccontiamo la storia di una giovane badante africana di nome Amina che viveva con una anziana, la Signora Rosa, in una piccola città sulla costa del mare Adriatico.

Amina era arrivata in Italia dalla sua natia Nigeria cinque anni fa, in cerca di un futuro migliore.

La signora Rosa, vedova e senza figli, aveva bisogno di qualcuno che potesse prendersi cura di lei.

E così, i loro destini si erano intrecciati.

Amina ammirava molto la signora Rosa: nonostante la sua età avanzata era piena di energia e aveva un amore incondizionato per le passeggiate all’aperto.

Ogni mattina, con un bastone in mano e un sorriso sul volto, usciva per una passeggiata nel suo giardino o lungo la spiaggia.

Durante le sue prime settimane di lavoro Amina aveva trovato difficile adattarsi: la lingua, il cibo, il clima, tutto era così diverso dalla sua terra natale.

Era infatti la signora Rosa che inizialmente era sempre paziente e comprensiva.

Le insegnava l’italiano, le raccontava storie del passato, le cucinava piatti italiani tradizionali.

Gradualmente, Amina iniziò a sentirsi a casa.

Amina amava ascoltare le storie della signora Rosa.

Le raccontava di come aveva conosciuto suo marito durante la guerra, di come avevano costruito insieme la loro casa, di come avevano coltivato il loro giardino.

Ogni pianta nel giardino aveva una storia, ogni angolo della casa racchiudeva un ricordo.

Le giornate passavano tranquille.

La routine di Amina come badante consisteva nel preparare la colazione per la signora Rosa, aiutarla a fare la doccia, pulire la casa, fare la spesa e, naturalmente, accompagnare la signora Rosa nelle sue amate passeggiate.

Un giorno, durante una delle loro passeggiate, la signora Rosa si sentì male.

Amina, preoccupata, chiamò subito l’ambulanza.

In ospedale, i medici diagnosticarono alla signora Rosa un problema cardiaco. Doveva restare a riposo.

L’anziana signora era stata un faro di forza e determinazione per lei, ed ora era confinata a letto, lontana dal mondo esterno che tanto amava. Ma Amina sapeva che avrebbe fatto tutto il possibile per aiutare Rosa a recuperare.

Nel corso dei giorni seguenti, Amina si prese cura di Rosa con amore e devozione.

Si assicurava che prendesse i suoi farmaci, preparava pasti sani, leggeva ad alta voce i suoi libri preferiti e, soprattutto, continuava a raccontarle storie sulla Nigeria, sperando che le parole potessero portare un po’ di sollievo alla signora.

Una mattina, mentre Amina stava pulendo la stanza, notò il bastone di Rosa appoggiato vicino alla finestra, ricordando i mesi precedenti quando insieme andavano in giro per il paese.

Allora alla badante venne un’idea: se Rosa non poteva andare a fare una passeggiata, allora avrebbe portato la passeggiata a Rosa.

Quella sera, Amina preparò una sorpresa per Rosa.

Quando l’anziana signora si svegliò dal suo pisolino pomeridiano, trovò la sua stanza trasformata.

Amina aveva disegnato un panorama della spiaggia sulla parete di fronte al letto di Rosa.

Aveva anche posizionato alcune piante del giardino intorno alla stanza, riempiendola con il profumo familiare della natura.

Ma la cosa più sorprendente era un grande schermo televisivo che Amina aveva installato sul muro.

Aveva registrato un video della passeggiata lungo la spiaggia, con il rumore delle onde e il canto degli uccelli in sottofondo.

Quando Rosa aprì gli occhi si trovò di fronte alla vista del mare che tanto amava.

Rosa rimase senza parole.

La sorpresa, il pensiero, l’amore che Amina aveva messo in quel gesto, tutto ciò la travolse.

Gli occhi di Rosa si riempirono di lacrime mentre guardava il video.

Non erano lacrime di tristezza, ma di gratitudine: Amina le aveva dato un pezzo di ciò che aveva perso.

Nei giorni successivi, le condizioni di Rosa migliorarono gradualmente.

Le visite virtuali alla spiaggia divennero una routine quotidiana per loro.

A volte Rosa raccontava ad Amina storie del mare e delle sue avventure, altre volte, guardavano il video in silenzio, godendo della tranquillità che il mare portava.

La storia di Amina e Rosa è una testimonianza dell’amore e della resilienza.

Nonostante le difficoltà della vita, hanno trovato il modo di condividere gioia e speranza.

Hanno dimostrato che la cura non riguarda solo il benessere fisico, ma anche il nutrimento dell’anima.

 

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