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Milano e il dolore cronico

Il dolore cronico è stato riconosciuto come una vera e propria patologia in sé per le conseguenze invalidanti che comporta per la persona che ne soffre, dal punto di vista fisico, psichico e socio-relazionale; esso infatti compromette qualsiasi attività quotidiana generando depressione, senso di sfiducia e malessere.

Le principali fonti di dolore cronico sono problemi muscoloscheletrici, emicranie e cefalee, fibromialgia, artrite, cancro, diabete e condizioni neurologiche, ma elementi soggettivi e personali rendono difficile stabilire una causa a monte e misurarne l’impatto.

Quando si parla di dolore è fondamentale fare una distinzione in relazione alla sua funzione primaria, ovvero di avvertimento e difesa. Il dolore “utile” (o fisiologico) è momentaneo e transitorio, rappresenta la reazione dell’organismo a un evento ad esso nocivo o potenzialmente tale; in questo caso, il dolore è un sintomo, che segnala una disfunzione dell’organismo. Molto spesso le caratteristiche del dolore (quali tipologia, andamento nel tempo, modalità di esordio, localizzazione e irradiazione, associazione a particolari situazioni) sono elementi clinici fondamentali per la formulazione della diagnosi, come, ad esempio, nel dolore da appendicite o da infarto.

Il dolore “inutile” o patologico è invece continuo nel tempo, non svolge alcun ruolo ed è addirittura dannoso, poiché provoca severe conseguenze fisiche, emotive, psicologiche e sociali, che limitano le capacità dell’organismo di contrastare la malattia.

Nella gestione del dolore cronico l’obiettivo prioritario è limitarne gli effetti sull’autosufficienza e sulle capacità di partecipazione alla vita sociale e familiare.

La principale strategia per il trattamento del dolore cronico nell’anziano è la terapia farmacologica impiegando antiinfiammatori nei casi di dolore lieve e oppioidi nei casi di dolore moderato e grave. Gli antinfiammatori sono considerati farmaci poco pericolosi mentre presentano tossicità, più elevata in età geriatrica, nel caso di uso protratto nel tempo. Gli oppioidi alleviano efficacemente tutti i tipi di dolore. Nel soggetto anziano, in particolare, si mantengono attivi nell’organismo per più tempo e, probabilmente, ciò porta a un aumentato effetto analgesico rispetto ai soggetti giovani. Agopuntura, mindfulness e massaggio sono regolari trattamenti di sollievo dal dolore, ma esiste un numero crescente di dispositivi progettati per stimolare i nervi e interrompere i segnali di dolore, i più utilizzati sono i dispositivi TENS.

Ottenere assistenza medica è essenziale per trovare un percorso di gestione del dolore cronico, ma il sostegno di familiari, amici e pari riveste un ruolo enorme nel ridurre la sensazione di peso. Per questa ragione l’assistenza a domicilio è un’ottima soluzione per combattere la solitudine: la presenza di una badante ad ore o di una badante convivente può aiutare l’anziano che soffre di dolore cronico a convivere più serenamente con la malattia.

L’imbarazzo e il senso di colpa sono emozioni comuni che spingono le persone a ridurre i contatti, ma conoscere la propria condizione e il dolore derivante in modo da poter dare spiegazioni agli altri può essere di sollievo. Combattere i miti con fatti concreti e informazioni chiare consente ai pazienti di capire, rendendo più facile la richiesta di aiuto.

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