Le cooperative fantasma: più tutele e meno truffe

AES Domicilio e la cultura del servizio

AES Domicilio, consapevole del benessere di ciascuno come fonte di garanzia per l’intera collettività, ha pensato bene di denunciare la presenza delle cosiddette <>, insidiosi meccanismi di assistenza domiciliare che si infilano nelle maglie del “malaffare” truffando lo Stato ed eludendo il fisco, senza tutele e con garanzie parziali.

In questo modo si crea una concorrenza sleale rispetto alle strutture che invece agiscono a norma di legge. La prevedibile domanda potrebbe essere come sia possibile che tanta gente lavori in nero (producendo fatturato per milioni di euro) senza che nessuno se ne accorga. E’ davvero cosi facile? In realtà queste finte cooperative hanno vita media di un anno, massimo due, poi chiudono o cambiano nome e spariscono nel nulla: questa è la peggiore concorrenza sleale che esiste sul mercato.

Dietro si nasconde la criminalità organizzata che sfrutta le potenzialità di un business che sta crescendo in modo esponenziale da anni. Visite a casa che non venivano mai fatte. Pazienti che non sapevano neppure di essere inseriti nel programma di assistenza domiciliare. Peggio: pazienti ormai morti che continuavano, sulla carta, ad essere assistiti.
Agire in maniera illegale, del resto, non garantisce di certo gli utenti! AES Domicilio è sicuro delle sue badanti e dei suoi educatori e afferma l’esigenza di dare diritto ai diritti, smascherando questi disservizi che danneggiano e intralciano chi lavora onestamente.
Responsabilità: ecco cosa difendiamo a spada tratta ed è questo che le famiglie chiedono con forza alla politica e alle istituzioni del nostro paese.  Ma non si può invocare responsabilità se dilaga l’ingiustizia sociale e il mal funzionamento dei servizi. Non vi può essere futuro per una democrazia che nega i diritti di ogni cittadino.

Il vero servizio, infatti, nasce dalla consapevolezza della possibilità: chi non può fornirlo si inganna da solo perché viene pensato esclusivamente sulla base del guadagno; dunque, il servizio che funziona illegalmente, non può più essere considerato come tale!
La nostra ONLUS diffonde l’idea di un mestiere difficilissimo che non può fondarsi su una mera scommessa o sulla speranza che pochi clienti richiedano il servizio, ma, valutando le difficoltà, si adopera fin quando il problema non viene risolto. Prendere a cuore tutte le necessità dell’utente è un dovere, un obbligo rispettare la sua fiducia.

Cosa manca allora alle cooperative fantasma?  Manca la Cultura del servizio.
Ossia: “una cultura in cui si apprezza una prestazione di qualità e in cui fornire onestamente un buon servizio ai clienti è considerato uno stile di vita e una delle norme più importanti”.

È inutile limitarsi a prendere atto che crisi e povertà esistono tra noi come un male ineliminabile, è tempo di cambiare il nostro modello di società assumendo i criteri della solidarietà, della giustizia, e della lealtà. Truffare non è la risposta giusta e nascondersi significa perdere.
Difendiamoci e prendiamoci cura del nostro futuro: dalla crisi si esce solo aumentando le tutele, non eliminandole.