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Autismo: come riconoscerlo e cosa fare

COSA ACCADE NELLA MENTE DI UN AUTISTICO?

Oggi vogliamo parlare di una situazione che i nostri educatori professionisti a Milano si trovano spesso a dover trattare: l’autismo. È necessario sensibilizzare ed informare il mondo sulla realtà dei disturbi dello spettro autistico, una realtà che colpisce chi ne è affetto e tutti coloro che lo circondano. Il primo ad identificarlo è stato lo psichiatra Leo Kanner,che, in un articolo del 1943, descrisse i casi di una decina di bambini che secondo lui presentavano caratteristiche comuni.

I SINTOMI DELL’AUTISMO

Essi compaiono di solito prima dei tre anni e presenta deficit nelle aree relative alla comunicazione, interazione sociale ed immaginazione. Il bambino, infatti, presenta inizialmente difficoltà di linguaggio e di comunicazione; comportamenti, interessi,o attività ristretti e ripetitivi (stereotipie) e un’apparente difficoltà di contatto emotivo, sia con i genitori sia con i coetanei. Oggi si stima che in Italia una prevalenza attendibile del disturbo sia di circa quattro su mille con il disturbo che colpisce, per ragioni ignote, i maschi 3 o 4 volte più che le femmine. Tra i comportamenti individuiamo:

  • Isolamento ;
  • Impressione di sordità e difficoltà visive;
  • Difficoltà di apprendimento;
  • Incoscienza per i pericoli reali;
  • Opposizione ai cambiamenti;
  • Mancanza del sorriso e della mimica facciale;
  • Iperattività;
  • Mancato contatto visivo;
  • Perseveranza in giochi strani e atteggiamento rigido;
  • Ridotta sensibilità al dolore.
  • Comportamenti ripetitivi e stereotipati.

QUALI I POSSIBILI INTERVENTI?

1. Trattamento ed Educazione dei Bambini Autistici

e con Disturbi Correlati della Comunicazione che si propone di modificare l’ambiente in funzione delle esigenze individuali e di sviluppare le autonomie del soggetto al massimo, mediante un programma individualizzato basato sui punti di forza e sulle abilità emergenti di questi individui. Questo trattamento migliora la qualità di vita del ragazzo e dei suoi familiari.

Il programma prevede una organizzazione dell’attività giornaliera tramite schemi organizzativi della giornata o “agende” che servono al bambino ad anticipare e a visualizzare in toto le attività della giornata, in modo da limitare i problemi di orientamento temporale e di organizzazione e da compensare gli ostacoli del linguaggio ricettivo. Ed una organizzazione visiva della zona lavoro di modo che egli sappia autonomamente come agire, indipendentemente dalla supervisione dell’insegnante. Il compito da svolgere deve essere facile e il bambino deve avere a propria disposizione tutto il materiale utile diviso nella giusta sequenza per completare l’attività.

2. Floortime

“tempo passato a terra sul pavimento”, è una tecnica d’intervento basata sul gioco e sull’interazione spontanea fra adulto e bambino. Consente di attuare un lavoro educativo che, a partire dal gioco simbolico e dall’interazione spontanea, si prefigge di creare il contesto all’interno del quale possono essere appresi nuovi comportamenti e nuove abilità. L’interazione privilegiata fra adulto e bambino, l’elemento morbido (un tappeto, ad esempio), il pavimento ed alcuni giocattoli specificatamente selezionati e favorenti l’interazione e lo scambio, determinano un contesto educativo gratificante e naturalmente divertente per entrambi i soggetti. L’emotività che è punto focale dell’interazione sociale diviene pertanto la base sulla quale fondare l’intervento psico-educativo. La disponibilità e la voglia di partecipare ad un’attività ludica diviene motore primario e favorente questo tipo di tecnica.

Aes Domicilio e la sua equipe professionale saprà indirizzarvi in base ad ogni esigenza e renderà la vita dei vostri bambini più serena e gratificante, vi aiuterà laddove sia necessario un intervento costante e favorirà un maggiore equilibrio familiare.