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Assistere i genitori anziani è un obbligo per i figli

CONSEGUENZE PENALI IN CASO DI NON CURA DEI GENITORI

Assistere i genitori anziani e incapaci di badare a se stessi è un obbligo per i figli. Scegliere di affiancare all’anziano una badante potrebbe essere una soluzione. AES Domicilio ti aiuta a trovare una badante a Milano. Nel caso in cui all’anziano (la legge parla di “ascendenti”) vengano fatti mancare i mezzi di sussistenza, il rischio è quello di dover rispondere del reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare punito con la reclusione fino a un anno e con la multa da 103 a 1.032 euro.

Il comportamento dei figli (o di altri familiari) che manchino di prestare all’anziano cure e assistenza configura un’autonoma figura di reato che è quella dell’ abbandono di minori o persone incapaci: esso punisce, infatti, oltre all’abbandono del minore, anche quello della persona “incapace, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia, o per altra causa, di provvedere a se stessa”.

IL REATO DI ABBANDONO

Per abbandono si intende non solo il fatto di lasciare il soggetto in balia di se stesso ma anche quello di affidarlo, sia pure per breve tempo, a persone che non siano in grado di prendersene cura: si pensi al caso dell’anziano che, per la particolare situazione di salute in cui versa, necessiti di specifiche cure infermieristiche. La pena prevista per questo reato è quella della reclusione da 6 mesi a cinque anni, ma tale pena è aumentata quando l’abbandono è posto in essere da soggetti particolarmente vicini al soggetto bisognoso, quali il coniuge o i figli.

L’anziano che per l’età avanzata o la malattia sia incapace di provvedere a se stesso è, infatti, equiparabile al minore che venga lasciato solo in casa. Come ha infatti chiarito la Cassazione, la vecchiaia può considerarsi come una causa di incapacità di provvedere a se stessi; per tale motivo essa implica la custodia e la cura dell’ anziano in modo tale che gli siano garantite le misure occorrenti per l’igiene propria e dell’ambiente in cui vive.

Tuttavia, sempre i Supremi giudici hanno spiegato che «ai fini della sussistenza del reato, la presunzione di incapacità non è assoluta in quanto essa non costituisce una condizione patologica bensì fisiologica che deve essere accertata concretamente quale possibile causa di inettitudine fisica o mentale all’adeguato controllo di ordinarie situazioni di pericolo per l’incolumità propria»

SE L’ANZIANO RIFIUTA L’ASSISTENZA

Non è raro il caso che il genitore, proprio in ragione di quella caparbietà che spesso caratterizza le persone più anziane, sia il primo a rifiutare di essere assistito, specie quando – impossibilitati per ragioni di lavoro all’assistenza diretta – i figli siano costretti a delegare un terzo (ad esempio una badante) alle sue cure.
Spesso il rifiuto dell’anziano scaturisce dal timore del cambiamento delle proprie abitudini di vita o dall’incapacità di accettare di non essere più in grado di occuparsi da di se stesso.

In tal caso, sotto il profilo strettamente legale, non viene meno l’obbligo dei figli alla cura e all’assistenza e ciò significa che essi potrebbero ugualmente incorrere in responsabilità specie dove il genitore, lasciato incustodito, si procuri delle lesioni o venga segnalato alle autorità in quanto versi in stato di abbandono. Si tratta, di situazioni delicate e difficili da gestire, ma il consiglio, nel primario interesse dell’anziano prima ancora che della famiglia, è quello di non assecondare la sua volontà di totale autonomia, specie dove si sia pienamente consapevoli della sua situazione di non autosufficienza.

LA BADANTE COME SOLUZIONE

La presenza assidua di una delle nostre badanti, ha lo scopo di condurre il soggetto bisognoso di cure ad un prolungamento e non ad una limitazione della sua autonomia e occorre puntare a rendere l’anziano consapevole di ciò attraverso una guida costante e professionale che lo aiuti nel percorso di accettazione.